In un periodo in cui la sostenibilità e la transizione ecologica sono al centro dell’attenzione, il vermicompost si presenta come un esempio eccellente di come sia possibile riutilizzare efficacemente le biomasse e i sottoprodotti agricoli, consentendo sia la riduzione di rifiuti, sia la creazione di benefici economici per il settore primario e non solo. Infatti, alimentando gli impianti di biogas con sottoprodotti agricoli, tra cui acque di vegetazione dei frantoi, siero del latte e liquami bufalini, è possibile ottenere il vermicompost (fertilizzante naturale), in seguito ad una serie di processi bio-chimici che avvengono sul digestato, sottoprodotto dell’impianto di biogas. Le attività coordinate dal Prof. Caracciolo hanno avuto come obiettivo principale la valutazione dell’impatto dell’uso del vermicompost (tal quale e combinato ad altre pratiche agricole) sulla resa di spinacio e sulla qualità del suolo, presso un’azienda serricola biologica della “Piana del Sele”.

Figura 1. Vermicompost: esempio di economia circolare dal riuso di sottoprodotti agricoli.

Focus dell’indagine è stato quello di verificare se il vermicompost potesse realmente agire come un esemplare modello di economia circolare in quel particolare contesto agricolo. Questo ha coinvolto un’analisi comparativa dell’efficacia del vermicompost rispetto ad altre pratiche agricole, nonché la valutazione dei benefici economici.

Oltre a fungere da catalizzatore per la riduzione dei rifiuti, il vermicompost rappresenta un’alternativa eco-compatibile ai fertilizzanti chimici. Con il suo utilizzo, gli agricoltori possono diminuire la loro dipendenza da prodotti chimici, attuando così una protezione efficace del suolo e dell’ecosistema nel suo complesso. Non solo, lo studio specifico ha dimostrato come il vermicompost contribuisce ad arricchire la struttura e la composizione nutrizionale del suolo, diminuendo la necessità di lavorazioni più invasive e favorendo una gestione sostenibile delle risorse agricole.

Dal punto di vista economico, il vermicompost offre un ritorno sull’investimento che va oltre la sostenibilità ambientale. Nel contesto della coltivazione di spinacio biologico in serra, è stato dimostrato che l’uso del vermicompost porta a benefici economici multipli: da un lato, diminuisce i costi legati ad altre pratiche come il sovescio, e dall’altro, incrementa significativamente la resa dello spinacio, ampliando così la redditività dell’azienda.

Figura 2. Benefici economici (euro/mq) derivanti dalle diverse pratiche adottate

In sintesi, il vermicompost sembra affermarsi come un concreto modello di economia circolare: il vermicompost non solo migliora la resa e la qualità del suolo, ma fa anche progressi significativi verso una pratica sostenibile e circolare, condividendo valore tra gli attori della filiera e contribuendo al benessere della società nel suo complesso

Progetto FERTISELE” Gestione sostenibile della fertilità dei suoli della Piana del Se/e per la produzione destinata alla IV gamma in coltura protetta mediante ammendanti organici di qualità provenienti dal comparto zootecnico locale”, CUP: B78H19005100009, nell’ambito della Misura 16, Tipologia di intervento 16.1.1- AZIONE 2 – PSR CAMPANIA 2014-2020 – “Sostegno per costituzione e funzionamento dei GO del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura”

I lombrichi sono stati definiti da Aristotele “Intestino del mondo”, mentre Charles Darwin li ha definiti “Gli animali più importanti sulla terra”, dedicando a questi piccoli ma importantissimi animali il suo ultimo saggio. Molti li chiamano in senso dispregiativo “vermi”, ma in realtà i lombrichi si possono considerare un prodigio della natura.

Alcune specie di lombrichi sono in grado di trasformare la materia organica in vermicompost o humus di lombrico, uno dei migliori fertilizzanti naturali. Si tratta di un ammendante ammesso in agricoltura biologica in grado di migliorare la struttura chimica, biologica e fisica del suolo aumentandone considerevolmente la fertilità. La presenza di lombrichi, infatti, incrementa del 50% la sostanza organica di un terreno, di 1,5 volte il contenuto di calcio, di 2 volte il contenuto di magnesio, di 5 volte quello dell’azoto, di 7 volte quello del fosforo e di 11 volte il contenuto di potassio, rispetto alle condizioni di partenza.

Letame equino maturo in trasformazione ad opera dei lombrichi

Tuttavia, non tutti i lombrichi sono in grado di raggiungere queste performance. Di lombrichi, infatti, ne sono state censite finora 8.300 specie. Per la loro resistenza e prolificità, due specie – Eisenia andrei ed Eisenia fetida – sono state selezionate ai fini del vermicompostaggio, processo di bio-degradazione attraverso il quale l’azione combinata di microrganismi e lombrichi riesce a trasformare le proteine degli scarti organici in minerali in grado di nutrire il suolo e le piante. Comunemente i lombrichi compostatori sono chiamati lombrichi rossi californiani, ma non sono in via esclusiva americani, in quanto sono presenti in tutte le zone temperate del mondo. La loro denominazione di “californiani” è semplicemente legata al fatto che la moderna lombricoltura è nata in quelle zone. Nella gestione di un allevamento di lombrichi, sia esso hobbistico che professionale, le variabili più importanti da tenere sotto controllo sono l’alimentazione, la temperatura della lettiera, l’umidità, il ph e la densità di lombrichi per unità di superficie di terreno. I lombrichi si cibano di qualsiasi scarto organico in decomposizione ma, per produrre un humus di lombrico di qualità da immettere in commercio, si deve utilizzare solo letame, pollina ed effluenti di allevamenti non industriali. I migliori letami sono quelli di origine ovina ed equina. Occorre fare attenzione al grado di fermentazione degli scarti, in quanto prodotti ancora non decomposti rilasciano sostanze che danneggiano i lombrichi, tanto che una grande quantità può arrivare a determinarne la loro fuga o addirittura uccisione. In condizioni ottimali di allevamento è possibile raccogliere vermicompost pronto all’uso dopo 3 mesi circa, in quantità pari alla metà della materia organica fornita in pasto ai lombrichi.

Impianto di vermicompostaggio

Stefano Martino Argenziano1 e Massimo Zaccardelli2

  1. Lombricoltura PerTerra, Ceraso (SA)

2.CREA-Cerntro di ricerca Orticoltura e Florovivaismo. Via Cavalleggeri 25, 84098 Pontecagnano (SA). E-mail: massimo.zaccardelli@crea.gov.it

Progetto FERTISELE” Gestione sostenibile della fertilità dei suoli della Piana del Se/e per la produzione destinata alla IV gamma in coltura protetta mediante ammendanti organici di qualità provenienti dal comparto zootecnico locale”, CUP: B78H19005100009, nell’ambito della Misura 16, Tipologia di intervento 16.1.1- AZIONE 2 – PSR CAMPANIA 2014-2020 – “Sostegno per costituzione e funzionamento dei GO del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura”